La Nuvola di Fuksas e lo sguardo distratto dei romani

La recente apertura della “Nuvola”, il nuovo centro congressi progettato da Massimiliano Fuksas a Roma nello storico quartiere Eur ha diviso l’opinione dei romani soprattutto sulla questione della destinazione degli investimenti di un comune già al centro di gravosi problemi. Ma la questione più che sui soldi credo debba essere dibattuta sul ruolo che una capitale europea deve avere, perché il terreno su cui si gioca la partita è l’Europa e non il raccordo anulare. Una questione di vedute che apre lo sguardo verso un orizzonte ben più ampio di quello che si scorge dai colli di Roma.

Trovo che la Nuvola sia perfettamente contestualizzata all’Eur; un quartiere che vede quindi risorgere la sua funzione di area espositiva e congressuale così come fu pensata negli anni trenta per la costruzione della sede dell’Esposizione Universale di Roma del 1942. Esposizione che non ebbe mai luogo per lo scoppio della  seconda guerra mondiale. Il progetto fu completato solo nei decenni successivi con alcuni edifici monumentali come il Palazzo della Civiltà del Lavoro.

L’idea progettuale della Nuvola è basata su tre immagini: la Teca, la Nuvola e la “lama” rappresentata dall’albergo adiacente. Entrando nella Teca lo sguardo volge subito in alto teso ad entrare nella pancia della nuvola, perché questa è, a mio parere, la sensazione. Ci si trova dentro una struttura che ci avvolge e che ci proietta in un viaggio fiabesco dentro una balena, una manta o dentro ad un dirigibile degli anni ’30. La Nuvola con la sua tela tesa attorno ad un fitto ma mai invadente intreccio di  travi d’acciaio ci accoglie e ci guida verso i suoi spazi fino a giungere difronte al suo acme, la bocca. Una enorme apertura volta ad ovest che offre spettacolari tramonti attraverso le vetrate della teca. E’ qui che il visitatore si ferma e ritrova il significato della parola “monumentale”.

Megastore | Sotto La Rinascente, l’acquedotto Vergine di Agrippa

Lo scorso ottobre è stato inaugurato a Roma il nuovo edificio della Rinascente, una volta della famiglia Agnelli oggi del gruppo thailandese Central Retail Corporation. Per la nuova costruzione stata abbattuta una palazzina risalente agli anni ’50. Come spesso accade a Roma, durante gli scavi sono venute alla luce tracce di antichi insediamenti che hanno prolungato di un paio d’anni i lavori e appesantito il bilancio della compagnia thailandese per sostenerne il recupero.

Per Francesco Prosperetti, Soprintendente di Roma, «la scoperta di ben 15 arcate dell’Acqua Vergine, tra i più cospicui pezzi di acquedotto romano all’interno della città, grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, ha permesso la creazione di una nuova e preziosa area archeologica all’interno di Rinascente». Nel cantiere seguito dall’archeologo Roberto Egidi sono emerse le antiche arcate di uno degli acquedotti romani più importanti dell’antica Roma. Le arcate, di epoca augustea, risalgono a quando nel 19 a.C. il Console e generale Marco Vespasiano Agrippa (genero dell’imperatore Augusto) fece arrivare l’acqua corrente fino al Pincio, al Pantheon e alle sue terme.

La concessione da circa 25 milioni di euro per realizzare il nuovo grande shopping center di 17.500 metri quadri è destinata alla riqualificazione del Tridente e alla sistemazione delle strade fra piazza del Popolo e largo Goldoni. Anche l’acquisto dello storico marchio della milanese famiglia Borletti, «La Rinascente» (un nome trovato da Gabriele D’Annunzio), è stato perfezionato negli ultimi giorni di luglio dal gruppo thailandese nuovo proprietario per 205 milioni di euro. 

Con questo nuovo edificio in Via del Tritone, La Rinascente tornerà così in pompa magna e a poca distanza dalla sua vecchia sede di Via del Corso (chiusa nel 2009 e ceduta poi a Zara) offrendo alla Capitale un secondo shopping center assieme a quello storico di piazza Fiume. «In una città come Roma, commenta la nuova proprietà, non poteva mancare un departement store di alto profilo, all’altezza delle cattedrali dello shopping che si trovano a Parigi e a Londra». Ma con una nota in più: la vista sull’antico Acquedotto Vergine.

Musei | La Centrale Montemartini a Roma, archeologia industriale e storia


Non capita spesso di assistere ad uno spettacolo teatrale senza attori ne dialoghi… Osservare la scena ma al contempo esserci immersi, circondati da un silenzio solenne e dallo sguardo austero di mille statue.

Questa è la sensazione che ho provato attraversando le monumentali sale del museo della Centrale Montemartini. Un luogo magnifico dove l’arte e la storia incontrano l’archeologia industriale in un insieme di simboli e metafore che lasciano lo spettatore incantato.

Una visita che si compie in un solo respiro come ad immergersi nella storia al tempo di Roma antica e riemergere tra i frastuoni neo-industriali di una capitale rinascente.



Centrale Montemartini – Roma in Via Ostiense, 106

Towns | La Strawberry Fields Hill a New York

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Situata a Central Park West tra la 71a e il 74a Strada, la Strawberry Fields è una piccola collina che rende omaggio al Beatle, John Lennon.
John e sua moglie Yoko Ono vivevano in uno dei Dakota Apartments proprio difronte a questa area. Ed è stato lì, ai piedi di casa sua, che l’8 dicembre del 1980 Lennon è stato ucciso a colpi di pistola da uno squilibrato mitomane di cui mi rifiuto di citare il nome.

Quest’area che potremmo chiamare “giardino della pace” fu concepita da Bruce Kelly (1948-1993), architetto paesaggista responsabile del Central Park Conservancy. Strawberry Fields venne inaugurato in occasione del 45° anniversario della nascita di John Lennon, il 9 ottobre 1985, in presenza di Yoko Ono, che era anche tra i contribuenti alla sua realizzazione.

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Quasi arrivati al confine con la Central Park West St., al centro di una rotonda, c’è il famoso mosaico che reca la parola Imagine. Fu realizzato in Campania da artigiani della zona vesuviana e donato al New York City Council dal Comune di Napoli. L’opera riproduce un mosaico pompeiano conservato nella stanza n. 58 del Museo Archeologico di Napoli.

Meta di continui pellegrinaggi, quest’area quasi mai rimane in silenzio; è sempre accompagnata dalla musica di qualche artista di strada che consola il passante sommerso dalle sue emozioni.

Towns | Il nuovo World Trade Center

Quando arrivi a New York e percorri la superstrada che collega l’aeroporto JFK con la grande mela, lo sguardo punta l’orizzonte in attesa del sorgere dello skyline di Manhattan. E puntuale esso appare in tutta la sua imponenza, sempre la stessa ma sempre diversa. Tu lo osservi in cerca di una forma nuova, un nuovo componente di questo ritratto di famiglia che presenta New York ad ogni nuovo visitatore.

Questo rito, questa iniziazione ha assunto un nuovo significato dopo l’11 settembre 2001. Mancano due protagoniste assolute, ma non solo fisicamente, anche emotivamente. Al loro posto oggi si trova la “freedom Tower” o come formalmente si chiama: il One World Trade Center. Un edificio nuovo, che sovrasta l’area della più assurda e immane tragedia terroristica che sia mai accaduta.

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L’impressione arrivando in quell’area, che possiamo definire sacra, è che la gente non si renda conto di quanto quello sia stato il più terrificante degli spettacoli mai girati al centro di una grande città. I visitatori sorridono, si fanno ritrarre sul bordo delle impronte delle due torri come se alle loro spalle ci sia il Colosseo e non una gigantesca tomba.

Le due fontane o vasche che lacrimano acqua perennemente sono uno spettacolo commovente, drammatico e magnifico allo stesso tempo. Sono al centro di quella piazza e gli edifici che le circondano sembrano proteggerle dagli insulti del tempo e della storia, accompagnandole maestosamente verso l’eternità.

Unica considerazione che posso fare, al di fuori del contesto commovente di questo tragico sito, è la mancanza fisica di quelle due torri. La purezza, l’austerità immutabile espressa da quei due giganti mi è rimasta nel cuore; e seppur con grande sforzo architettonico, la nuova torre con le sue linee complesse non potrà mai eguagliarne il fascino.

Back to the past: The Metro Drive In “new” opening in Roma…

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A Roma, nel 1957,  s’inaugurava il Metro Drive In, posizionato sulla direttrice che ancora oggi è la via principale per raggiungere il mare di Ostia. Oggi, con le due proiezioni straordinarie dell’11 e del 12 settembre, rivive un momento di gloria. Ma sarà solo un episodio, un meteora, poiché chiuderà di nuovo i battenti in attesa del suo destino, non ancora deciso dopo trent’anni dal suo abbandono.IMG_1867Sul suo gigantesco schermo nel ’57, fu la commedia La nonna Sabella di Dino Risi ad inaugurare le proiezioni. Furono anni di successo, con grande partecipazione del pubblico romano e non, poi lentamente il declino. La struttura è rimasta pressoché invariata nella sua forma originale e l’ampio spazio per i veicoli, caratterizzato dai tipici dossi semicircolari che consentono ai vicoli di stare “naso all’insù”, suggestiona anche nelle attuali condizioni. Una volta dentro non è difficile immaginare l’atmosfera degli anni ’50, le macchine in fila, i ragazzi, i pop corn e il Rock & Roll.

Tutto è rimasto congelato in una atmosfera surreale che sembra quasi addormentata in un prato incorniciato da ulivi. Lo schermo (540 mq, il più grande d’Europa) appare tra le fronde nella sua maestosità, sorretto da otto pilastri che richiamano lo stile di quegli anni ruggenti pieni di sogni e ambizioni. Disegnato nel 1957 da Galdieri, allievo di Nervi, è tornato a vivere e l’area, di 60.000 mq, è stata invasa da oltre 4.000 persone.

Un luogo unico che racconta un pezzo della nostra storia in un quartiere, Casal Palocco, certo non ricco di punti d’attrazione. Un esempio di come rivalutare e dare nuova linfa a un luogo come ce ne sono tanti in ogni città, una opportunità che in un paese degno non dovrebbe passare inosservata.

Vista dal satellite
Vista dal satellite

Rome 1957, the Metro Drive In openig. It’s Located on the road which is still the main way to reach the sea at Ostia. Today, with the two big projections 11 and 12 September, relives a moment of glory. But it will be only an episode, a meteor, because the doors will close again waiting for its fate, not yet decided after thirty years from his loneliness. On its giant screen in ’57, the comedy Grandmother Sabella Dino Risi inaugurated projections.

They were years of success, with great participation of Roman public and not, then slowly decline. The structure has remained almost unchanged in its original form and the ample space for vehicles, characterized by the typical semicircular bumps allowing cars to stay “nose up”, it impresses even in the current conditions. Once inside it is easy to imagine the 50s atmosphere, the cars in a row, the boys, the popcorn and the Rock & Roll.

Everything has remained frozen in a surreal atmosphere that seems almost asleep in a meadow surrounded by olive trees. The screen (540 square meters, the largest in Europe) appears among the foliage in its majesty, supported by eight pillars that recall the style of those tumultuous years full of dreams and ambitions. Designed in 1957 by Galdieri, student of Nervi, came back to life and the area of ​​60,000 square meters, has been invaded by more than 4,000 people.

A unique place that tells a piece of history in a neighborhood, Casal Palocco, certainly not rich of attractive sights. An example of how to re-evaluate and give new life to a place as there are many in each city, and an opportunity that in a worthy country should not go unnoticed.

A brand new black tie evening sale at Chantilly Arts & Elegance, by Bonhams Motoring

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Bonhams Motoring annuncia la partecipazione alla seconda edizione della Chantilly Arts & Elegance Richard Mille che si terrà a Chantilly, in Francia, il 5 settembre 2015.

Ospitata nel parco del castello di Chantilly, la manifestazione Arts & Elegance ha debuttato nel 2014, attirando circa 10.000 spettatori. L’evento è anche il teatro di mostre d’arte, sfilate di moda, musica dal vivo e life style, tutto nella cornice del castello di Chantilly.

Chantilly ha una storia legata alle attività equestri, è la sede del celebre ippodromo e del Museo del Cavallo, vanta inoltre la più importante attività legata all’addestramento di cavalli da corsa in Francia. Nel 2005 la tenuta di Château de Chantilly, tra cui il famoso ippodromo di Chantilly, ha ricevuto una generosa donazione da parte dell’Aga Khan per essere ripristinata alla magnifica condizione in cui si trova oggi.

Questo nuovo evento Bonhams Motoring si integra perfettamente con il calendario delle aste di automobilismo ed offre una opportunità in più per la clientela europea. Il concetto alla base è quello di offrire un’asta poco dispersiva, con un numero limitato di esemplari ma molto ricercati, una trentina di lotti selezionati e adatti ad un serata in abito scuro. Un evento particolare, molto selezionato e Bonhams assieme al suo partner Peter Auto vuole farne parte.

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Patrick Peter, responsabile di Peter Auto, ha dichiarato: “Bonhams è famosa nel mondo per le sue aste, in particolare quelle caratterizzate da auto da collezione, quindi siamo lieti che questa rinomata azienda sia nostro partner per il nostro evento Chantilly Arts & Elégance Richard Mille oltre alla sua presenza alla Spa Classic”.

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Fondata nel 1982, Peter Auto ha guadagnato una reputazione internazionale, sia nel campo delle auto storiche che moderne, quale organizzatore di alcuni dei più rinomati eventi motoristici al mondo.

L’ingresso all’asta Bonhams Chantilly Salae è legato all’acquisto del catalogo.

Per i biglietti del concorso Chantilly Arts & Elegance, visitare il sito Peterauto.

www.meridianae.com – info@meridianae.com

www.oredelmondo.com – info@oredelmondo.com


•Bonhams record breaking motoring department announce the Chantilly Sale, a debut auction at the second edition of Chantilly Arts & Elegance Richard Mille

•The brand new auction will be Bonhams second dedicated motoring sale for France, taking place at the countries top Concours event

•The sale will take place on Saturday 5 September 2015

 

Bonhams international auctioneers will conduct a brand new black tie evening sale at Chantilly Arts & Elegance, taking place in Chantilly, France, on 5 September 2015.

 

Hosted in the grounds of Château de Chantilly, the Arts & Elegance event debuted in 2014, attracting a crowd of around 10,000 spectators, taking in the delights of the “Concourse d’Elegance” competition for modern concept cars, and a superb “Concourse d’Etat” for classic cars from around the world. The “Art & Elegance” event also plays host to fine art exhibitions, fashion shows, live music and various lifestyle exhibits, all on the grounds of the magnificent château.

 

In addition to the Concours d’Elegance, the original kind of horsepower is in celebration at the event, with equestrian activities in abundance. Chantilly has a notable history with the equine community, home to Chantilly Racecourse and the Living Museum of the Horse, in addition to boasting the largest racehorse-training community in France. In 2005 the Château de Chantilly estate, including the famous Chantilly Racecourse, received a generous donation by the Aga Khan to restore the estate to the glorious location it is today.

 

 

 

 

 

“We’re delighted to announce this brand new and exclusive motoring sale, taking place on the luxurious grounds of the Château de Chantilly. The event perfectly complements the motoring auction calendar, and will offer an additional sale for our European clientele,” said Philip Kantor, Bonhams European Head of Motorcars.

 

“The concept is to offer a bespoke ‘Salon’ style auction, offering a limited number of very fine examples of collectors’ motor cars, perhaps thirty or so carefully selected lots for the ‘black tie’ evening auction. Our partner, Peter Auto, has embarked on an innovative approach with Chantilly Arts & Elegance Richard Mille, creating a new style of Concours – and Bonhams is delighted to be part of it.”

Patrick Peter, Head of Peter Auto, said: “Bonhams is famous the world over for its auctions, in particular those featuring collectors cars, so we’re delighted that this renowned company will associate itself with our Chantilly Arts & Elégance Richard Mille event in addition to its presence at Spa Classic. The organisation of such a sale in September in Chantilly confirms the momentum generated by the event only a year after it was held for the first time.”

Founded in 1982, Peter Auto has earned an international reputation both in the field of historical and modern cars, as organisers of some of the most renowned motor racing events in the world.

Entry to Bonhams Chantilly Sale is by catalogue purchase only. To purchase a catalogue, please visit the Bonhams website.

For tickets to Chantilly Arts & Elegance, visit http://peterauto.peter.fr/en

For further information on Bonhams motoring department, visit: https://www.bonhams.com/departments/MOT-CAR/

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The Non-Catholic Cemetery in Rome

IMG_8975 1Il cimitero dei protestanti di Roma è considerato uno dei più belli e suggestivi del mondo. Rispetto al Pere Lachaise di Parigi (di epoca napoleonica) si distingue per la presenza costante di testimonianze storiche più lontane nel tempo, come d’altra parte solo nella città eterna se ne possono conservare. Detto cimitero “acattolico” o “cimitero degli acattolici al Testaccio”, oggi nel linguaggio corrente viene spesso chiamato protestante o inglese, talvolta cimitero degli artisti e dei poeti. Testaccio è il nome del colle adiacente formatosi con l’accumularsi dei cocci di anfore vinarie e olearie provenienti dal porto di Roma nei pressi di Ostia.

Secondo lo statuto del 1921 il cimitero ha lo scopo di assicurare l’inumazione ad un certo numero di cittadini stranieri di confessione protestante o greco scismatica. Nel 1953 la dizione “cittadini di confessione protestante” fu sostituita con “cittadini acattolici” per permettere un’interpretazione più larga delle norme statutarie. Oggi è consentito anche ai cattolici l’inumazione in tombe appartenenti a familiari di diverse confessioni. Quasi 4000 persone dormono qui l’ultimo sonno, inglesi e tedeschi in maggioranza ma anche molti americani, scandinavi, russi, greci ed altri ancora da paesi orientali.

Sorprendente è pure il numero degli italiani, persone in massima parte desiderose di riposare accanto ai propri familiari. Ciò sottolinea quanto per gli italiani i legami di sangue uniscono forse più di quanto la diversità di religione non divida.

Il cimitero sorge nei pressi della piramide di Caio Cestio. Essa è incorporata nelle mura aureliane dal 275 d.C. e fu edificata, secondo un’iscrizione, in 330 giorni in memoria del pretore e tribuno Caio Cestio Epulo che visse nella seconda metà del primo secolo avanti Cristo. Il titolo Epulo gli deriva dall’appartenenza al sacro collegio dei septemviri epulorum cioè coloro che erano preposti ai banchetti sacri. A pochi decine di metri è visibile la Porta S. Paolo, ex Porta Ostiensis, poiché da lì iniziava, e tuttora inizia, la via Ostiense, la strada che collega Roma ad Ostia e quindi al suo antico porto. All’epoca del martirio di S. Paolo (vittima delle persecuzioni di Nerone 64-67 d.C.) la piramide Cestia era già lì, testimone solenne, oggi come allora, di innumerevoli eventi storici.

Prima che si potesse utilizzare la zona intorno alla piramide non si sa come e dove esattamente fossero inumati gli acattolici. Sembra che talvolta venissero sepolti presso le antiche mura della città, nella zona del muro torto da esempio, in un’area frequentata da prostitute, anche esse destinate ad una sepoltura al di fuori della terra benedetta.

La prima persona di cui si ha notizia che fu sepolta nel cimitero, è uno studente di venticinque anni di Oxford di nome Langton. Lo sfortunato studente morì nel 1765 cadendo dalla sua carrozza sulla via Flaminia. Si ritiene che fu questa sua fine a far nascere la storia del giovane Patrizio che in un colloquio con il Papa avesse espresso il suo entusiasmo per Roma ed il desiderio ardente di essere sepolto all’ombra della piramide di Cestia. Desiderio esaudito dal Papa con la fondazione del cimitero stesso.

In passato era proibito l’uso di croci sulle tombe e fino al 1870 anche di ogni sorta di epigrafi accennanti alla beatitudine eterna perché le autorità ecclesiastiche non ammettevano che si potesse avere salvezza per chi morisse adulto fuori dalla fede cattolica. Dopo il 1870 questa censura terminò.

Molti sono gli artisti che riposano qui, tra questi i più noti sono Keats e Shelley lei le cui tombe, mete di pellegrinaggio per tanti inglesi, sono oggetto di particolare cura da parte della Keats-Shelley Memorial Association. Sembra quasi che la breve vita di quei due poeti e la tragica morte attirino i visitatori non meno che i loro scritti. John Keats venuto a Roma, gravemente malato di tubercolosi, nel settembre del 1820 e qui morto solo quattro mesi dopo a ventisei anni, riposa accanto al fedele amico e pittore J. Severn. Celebri sono i versi che il giovane poeta inglese volle che fossero scritti sulla sua lapide e che oggi ne identificano inequivocabilmente l’identità.

Le ceneri di Percy Shelley sono sepolte poco distante addossate alle mura in cima al declivio che contraddistingue tutto il cimitero. Il suo cuore, invece, venne estratto quasi intatto dalla pira che ne bruciò il corpo riemerso dieci giorni dopo il naufragio che lo uccise difronte a Viareggio. Sarà custodito da Mary Shelley fino al giorno della morte di lei.

L’epigrafe, in riferimento alla sua morte in mare, riprende tre versi dalla Tempesta di Shakespeare: Nothing of him that doth fade / but doth suffer a sea change / into something rich and strange («Niente di lui si dissolve / ma subisce una metamorfosi marina / per divenire qualcosa di ricco e strano»). I viareggini, a quel tempo superstiziosi e molto cattolici, non gradirono quello che ai loro occhi era un “rito pagano” (allora la Chiesa proibiva la cremazione), perdipiù per una persona straniera e non credente.

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http://www.cemeteryrome.it/about/about.html


Rome’s Non-Catholic Cemetery contains possibly the highest density of famous and important graves anywhere in the world. It is the final resting-place of the poets Shelley and Keats, of many painters, sculptors and authors, a number of scholars, several diplomats, Goethe’s only son, and Antonio Gramsci, a founding father of European Communism, to name only a few.

The cemetery of the Protestant Rome is considered one of the most beautiful and evocative of the world. Compared to Pere Lachaise (Napoleonic era) is characterized by the constant presence of historical evidence more distant in time, as on the other hand only the eternal city can get. It’s called cemetery “non-Catholic” or “non-Catholic cemetery in Testaccio.” Today in the current language is often called the Protestant or English, sometimes cemetery of artists and poets.

Testaccio is the name of the hill adjacent formed by the accumulation of amphorae fragments from the near port of Rome.

According to the Statute of the cemetery in 1921 aims to ensure the burial to a number of foreign citizens of Protestant confession or greek schismatic. In 1953 the term “citizens of Protestant confession” was replaced with “non-Catholic citizens” to allow a more generous interpretation of the statutory provisions. Today is also allowed to Catholics in the burial tombs belonging to different denominations family.

Almost 4000 rest here the last sleep, English and German in majority but also many Americans, Scandinavians, Russians and Greeks and others from eastern countries.

Surprising is also the number of Italians, mostly people wanting to rest next to his family. This underlines how Italians are united perhaps more than the diversity of religion does not divide.

The cemetery is located near the pyramid of Caius Cestius. Incorporated in the Aurelian Walls in 275 AD, was built, according to an inscription, in 330 days in memory of the magistrate and tribune Caius Cestius Epulo who lived in the second half of the first century BC. The title Epulo derives from belonging to the Sacred College of septemviri epulorum, those who were in charge of the sacred banquets. A few of meters aside there is the gate of St. Paul, former Porta Ostiensis, because from there began, and still begins, the Via Ostiense, the road that connects Rome to Ostia and then to its old harbor. At the time of the martyrdom of St. Paul (victim of the persecutions of Nero 64-67 AD), the Pyramid of Cestius was already there, as a solemn witness, now as then, of countless historical events.

Before it could be possible to use the area around the pyramid nobody knows where exactly the non-Catholics were buried. It seems that they were buried at the old city walls, in the area of ​​the old wall “Muro torto”, in an area frequented by prostitutes, they also were intended for a burial outside the blessed land.

The first who was buried in the cemetery, is twenty-five years old student of Oxford named Langton. The unfortunate student died in 1765 falling from his carriage on the Via Flaminia. It is believed that this caused the story of the young man that in an interview with the Pope had expressed his enthusiasm for Rome and a burning desire to be buried in the shadow of the Pyramid of Cestius. Wish granted by the Pope with the founding of the cemetery itself.

In the past it was forbidden the use of crosses on the graves and until 1870 also all sorts of inscriptions about the eternal bliss because the church authorities did not admit that people might have salvation for those who die adult outside the Catholic faith. After 1870 this censorship ended.

Many artists rest here, among these the best known are Keats and Shelley and whose graves are the subject of special attention by the Keats-Shelley Memorial Association. It seems that the short life of these two poets and the tragic death attract visitors not less that their writings.

John Keats came to Rome, seriously ill with tuberculosis, in September of 1820 and died here only four months after twenty-six years old, rests next to his faithful friend J. Severn. Famous are the verses that the young English poet wanted that were written on his tombstone and who today identify unequivocally the identity.

Percy Shelley’s ashes are buried not far leaning against the walls on top of the slope that characterizes the entire cemetery. His heart, however, was extracted almost intact from the pyre that burned the body surfaced ten days after the wreck that killed him in front of Viareggio. Will be guarded by Mary Shelley until the day of her death.

The inscription, in reference to his death at sea, takes three verses from Shakespeare’s Tempest: Nothing of him That doth fade / but doth suffer a sea change / Into something rich and strange. The people of Viareggio, at that time, were very superstitious Catholics, and they did not like what at their eyes was a “pagan” (then the Church forbade cremation), a foreign person and a non-believer.

http://www.cemeteryrome.it/about/about.html

The Horologium Augusti. The oldest complicated watch of history

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La Meridiana di Augusto (Horologium Augusti), la più grande dell’antichità, fu realizzata su ordine dell’imperatore Augusto nel 9 a.C. per celebrare le conquiste in Gallia e in Spagna.

Occupava un’area di circa 160 x 75 metri pavimentata in travertino, sul quale erano applicati indici e lettere in bronzo per le ore, i mesi, le stagioni e i segni zodiacali. Il grande obelisco egizio che fungeva da gnomone fu trasferito via mare da Eliopoli a Roma attraverso un colossale trasporto durato due anni. L’enorme carico fu sbarcato alla foce del tevere per poi essere trainato lungo il fiume fino a Roma presso il foro Boario.

Questo trasporto, contro la corrente del fiume, avveniva con l’ausilio di animali da tiro e lunghe funi collegate all’imbarcazione sulla quale l’obelisco era stato trasferito. Sbarcato al Foro Boario, il monolito fu trascinato fino alla sua ubicazione definitiva in Campo Marzio. La posizione venne sistemata in modo tale che in un dato giorno un osservatore, dalla Via Flaminia presso l’Ara Pacis, potesse vedere il sole intersecare la punta dell’obelisco. Il giorno in cui il fenomeno aveva luogo era il 9 ottobre, cioè la festa annuale di Apollo Palatino, Dio sacro ad Augusto.

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L’iscrizione scolpita sui due lati della base è la seguente:

“Imp Caesar divi fil Augustus pontifex maximus imp XII cos XI trib pot XIV Aegypto in potestatem populi romani redacta soli donum dedit”

“L’imperatore Augusto, figlio del divino Cesare, pontefice massimo, proclamato imperatore per la dodicesima volta, console per undici volte, che ha rivestito la potestà tribunizia per quattordici volte, avendo condotto l’Egitto in potere del popolo romano, diede in dono al sole”

Ovviamente oggi l’Ara non si trova più nella posizione originaria ma sulla riva del Tevere dove è stata ricollocata dopo il restauro.

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Ara Pacis Augustae

L’obelisco rimase al suo posto per secoli fino a quando in epoca medioevale probabilmente a causa di un terremoto, cadde rompendosi in cinque pezzi. Fu ritrovato e rialzato durante il pontificato di Pio VI (ripristino del 1789), divenendo l’obelisco di Montecitorio.

Più recentemente, a circa otto metri sotto l’attuale livello di pavimentazione di via di Campo Marzio è stato ritrovato un tratto della meridiana con l’indicazione di alcuni mesi, in lettere greche incastonate nelle lastre di travertino.

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Tratto della meridiana con l’indicazione di alcuni mesi, in lettere greche incastonate nelle lastre di travertino

Quello che rende speciale questa meridiana oltre alla dimensione, è la sua funzione di calendario. Tre anni prima della sua realizzazione, Augusto come Pontefice Massimo sovrintendeva anche al calendario e quindi corresse la riforma attuata da Giulio Cesare poiché erronea nel calcolo dell’anno bisestile (uno ogni tre, invece che uno ogni quattro). In ricordo di ciò gli venne dedicato un mese, Sestilius, che divenne  poi Augustus, e la sua lunghezza fu portata a 31 giorni, determinando la irregolare distribuzione di mesi lunghi e brevi che ancora abbiamo.

Il 7 giugno 1998 è stata inaugurata la nuova sistemazione di Piazza Montecitorio con una nuova meridiana tracciata sulla pavimentazione che punta verso il portone d’ingresso del palazzo. L’ombra dell’obelisco però non coincide con i nuovi indici e perciò il sito non svolge la sua antica funzione. D’altra parte, come scrive Plinio, anche l’orologio originale aveva smesso di funzionare già dopo una trentina d’anni dalla sua sistemazione, cioè verso il 47.

By Manuel Galvez e Andrea Foffi

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The Sundial of Augustus (Horologium Augusti), the largest of antiquity, was built on the orders of Emperor Augustus in 9 BC to celebrate the achievements in Gaul and Spain.

It occupied an area of approximately 160 x 75 meters paved in travertine on which were applied indexes and bronze letters for hours, months, seasons and zodiac signs. The great Egyptian obelisk that served as a gnomon was transferred by sea from Heliopolis to Rome through a colossal transport lasted two years. The huge cargo was landed at the mouth of the Tiber and then be hauled along the river to Rome at the Foro Boario.

This transport, against the current of the river, was done with the aid of draft animals and long ropes attached to the boat on which the obelisk had been transferred. Landed at the Foro Boario, the monolith was dragged to its final location in the Campus Martius. The position was arranged so that on any given day an observer, into the Via Flaminia at the Ara Pacis, could see the sun intersect the tip of the obelisk. The day in which the phenomenon took place was October 9, the Palatine Apollo day, God’s sacred to Augustus.

The inscription carved on the two sides of the base is as follows:

“Imp Caesar divi fil Augustus pontifex maximus imp XII cos XI trib pot XIV Aegypto in potestatem populi romani redacta soli donum dedit”

“The Emperor Augustus, son of the divine Caesar, Pontifex Maximus, proclaimed Emperor for the twelfth time, consoles eleven times, which held the power of tribune for fourteen times, having led Egypt into the power of the Roman people, gave a gift to the sun”

Obviously, today, the Ara place is no longer in its original position but on the bank of the Tiber where it was relocated after the restoration.

The obelisk was left in place for centuries until in medieval times probably due to an earthquake, he fell and broke into five pieces. It was found and raised up again during the pontificate of Pius VI (restoration of 1789), becoming the obelisk of Montecitorio.

More recently, about eight meters below the current level of pavement of via Campo Marzio was found a stretch of the sundial with an indication of a few months, in Greek letters embedded in slabs of travertine.

What do so special this sundial besides size, is its calendar feature. Three years prior to its making, Augustus as Pontifex Maximus oversaw the official calendar, and then he corrected the reform undertaken by Julius Caesar as erroneous in the calculation of the leap year (one every three, instead of one every four). In memory of this, senates dedicated to him a month, Sestilius, who later became Augustus, and its length was increased to 31 days, resulting in the uneven distribution of long and short months we still have.

On June 7, 1998 was inaugurated the new arrangement of Piazza Montecitorio with a new sundial drawn on the floor pointing towards the main entrance of the building. The shadow of the obelisk, however, does not coincide with the new indexes and so the site does not perform its original function. On the other hand, as Plinio writes, even the original clock had stopped working after only thirty years after its arrangement, that is, about along the 47.

By Manuel Galvez and Andrea Foffi

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New York, The Freedom Tower.

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Quando arrivi a New York e percorri la superstrada che collega l’aeroporto JFK con la grande mela, lo sguardo punta l’orizzonte in attesa del sorgere dello skyline di Manhattan. E puntuale esso appare in tutta la sua imponenza, sempre la stessa ma sempre diversa. Tu lo osservi in cerca di una forma nuova, un nuovo componente di questo ritratto di famiglia che presenta New York ad ogni nuovo visitatore. Questo rito, questa iniziazione ha assunto un nuovo significato dopo l’11 settembre 2001. Mancano due protagoniste assolute, ma non solo fisicamente, anche emotivamente. Al loro posto oggi si trova la “freedom Tower” o come formalmente si chiama: il One World Trade Center. Un edificio nuovo, che sovrasta l’area della più assurda e immane tragedia terroristica che sia mai accaduta.

L’impressione arrivando in quell’area, che possiamo definire sacra, è che la gente non si renda conto di quanto quello sia stato il più terrificante degli spettacoli mai girati al centro di una grande città. I visitatori sorridono, si fanno ritrarre sul bordo delle impronte delle due torri come se alle loro spalle ci sia il Colosseo e non una gigantesca tomba. Le due fontane o vasche che lacrimano acqua perennemente sono uno spettacolo commovente, drammatico e magnifico allo stesso tempo. Sono al centro di quella piazza e gli edifici che le circondano sembrano proteggerle dagli insulti del tempo e della storia, accompagnandole maestosamente verso l’eternità.


When you arrive in New York through the highway from JFK to the big apple, you look at the horizon waiting for the rise of the Manhattan skyline. And it appears timely in all its grandeur, always the same but always different. You look at it to fin a new form, a new member of this family portrait that introduce New York to visitors. This rite, this initiation has taken on a new meaning after the September 11, 2001. We miss two absolute protagonists, not only physically but also emotionally. In their place, there is the “Freedom Tower” or as formally called: the One World Trade Center. A new building, which dominates the area of the most absurd and monstrous terrorist tragedy ever happened. The sensation in that place that we can define as sacred, is that people do not realize how much it is the most dramatic show they took place in the middle of a big city. Visitors smile, they are portrayed on the edge of the footprints of the two towers as if they were in front of the Colosseum and not of a giant tomb. The two fountains perpetually cryng water in a dramatic and magnificent way at the same time. Those are at the center of a square and the buildings that surround them seem to protect them from the ravages of time and history, accompanying them majestically towards eternity.