Bonhams: una casa d’aste col debole per i motori

Il 6 febbraio 2014 presso il Grand Palais di Parigi, ha avuto luogo la vendita all’asta Bonhams durante la Settimana Rétromobile. Considerato, di comune accordo, come il luogo più spettacolare in cui condurre un’asta di automobilismo, sono accorse folle per assistere a molte battaglie a colpi d’offerta, tra cui quella per la Bugatti Gran Premio in precedenza di proprietà di Jack Lemon Burton e Lady Mary Grosvenor che alla fine è andata a un acquirente venuto a Parigi dall’Estremo Oriente.Questa è stata seguita dalla Ferrari 275GTB Berlinetta del 1968 battuta per 2.225.000 €. Un’altra Ferrari – questa volta una monoposto di Formula Uno – venduta per 483.000 € appartenuta a Michele Alboreto per la stagione 1984.

Ci sono voluti cinque minuti per aggiudicare la francese Delage D6 3 del 1947  a 1.100.000 €.Il Banditore James Cavaliere ha presieduto una battaglia tra mammut tra Europa e Stati Uniti per una rara guida a sinistra DB4 Vantage GT del ’62 coupé andata per oltre il doppio della stima a 1.200.000 €. Una Aston Martin DB5 del 1965, dello stesso modello utilizzato nel film di James Bond, Goldfinger, è stata venduta per 776.000 €. Altre forti emozioni ci sono state per aggiudicarsi una Porsche 911 Speedster del’89. Questi primi lotti hanno seguito una mattinata di moto e automobilia in vendita, durante la quale il momento clou è stata la tanto attesa vendita di una Harley-Davidson 2013 Dyna Super Glide e un giubbotto di pelle appartenuti a Papa Francesco.

Sua Santità ha ricevuto la Harley-Davidson nel giugno 2013  per celebrare il 110 ° anniversario della gloriosa casa americana e il ricavato della vendita è andato alla Caritas per contribuire a rinnovare un ostello con mensa alla stazione Termini di Roma.Il motociclo è stato acquistato per 241.500 € da un acquirente europeo e la giubbotto è stato ceduto per la cifra incredibile di 57.500 €.

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On February 6, 2014 at the Grand Palais in Paris, took place the auction Bonhams Retromobile. Considered as the most spectacular place in which an auction of motoring should be, crowds flocked to witness many battles to offer shots, including one for the Bugatti Grand Prix previously owned by Jack Lemon Burton and Lady Mary Grosvenor which eventually went to a buyer in Paris came from the Far Oriente.Questa was followed by the Ferrari 275GTB Berlinetta of 1968 fought for € 2,225,000. Another Ferrari – this time a Formula One car – sold for € 483,000 belonged to Michele Alboreto for the 1984 season.

It took five minutes to win the French Delage D6 3 of 1947 to € 1.1 million .Complete Auctioneer James Knight presided over a mammoth battle between between Europe and the United States for a rare left-hand drive DB4 Vantage GT ’62 coupe went for more than double the estimate to € 1.2 million. An Aston Martin DB5 from 1965, the same model used in the James Bond film, Goldfinger, was sold for € 776,000. Other strong emotions we were to win a Porsche 911 Speedster del’89. These early batches have followed a morning of motorcycles and automobilia for sale, during which the highlight was the long-awaited sale of a 2013 Harley-Davidson Dyna Super Glide and a leather jacket that belonged to Pope Francis.

His Holiness has received the Harley-Davidson in June 2013 to celebrate the 110th anniversary of the glorious American factory and the sale proceeds went to charities to help renovate a cafeteria at the hostel with Termini Station Roma. The motorcycle was purchased for € 241,500 from a European buyer and the jacket was sold for an unbelievable € 57,500.

Lamborghini: il toro compie 50 anni

Siamo in provincia di Ferrara, a Cento per la precisione. È il 1948: in quest’anno Ferruccio Lamborghini crea la Lamborghini Trattori a seguito dell’acquisto di uno stock di motori. Tuttavia il prestigio del marchio, per come lo conosciamo oggi, arriverà solo diversi anni dopo. La Automobili Ferruccio Lamborghini SpA, infatti, nascerà solo nel 1963 con uno stemma toro ad impreziosire i modelli. La scelta è stata dovuta al fatto che era il segno zodiacale del fondatore. Questa simbologia caratterizzerà praticamente tutta la storia della casa, dato che anche una buona parte di nomi dei modelli sono proprio di tori (Urraco, Espada, Jalpa, Murcielago, Gallardo, Reventón, tanto per citarne alcuni). La produzione ha inizio con la Lamborghini 350 GT, primo modello dell’azienda con sede a Sant’Agata Bolognes a cui dedichiamo una speciale carrellata di immagini come omaggio per i suoi splendidi 50 anni.

Realizzata in appena 416 esemplari e costruita tra il 1964 ed il 1968, questa gran turismo sportiva era nata con l’intento di competere con le Ferrari. Lo stesso settore automobilistico Lamborghini era nato quasi per ripicca dello stesso Ferruccio nei confronti di Enzo Ferrari: infatti Lamborghini aveva criticato il cambio ed il differenziale della Ferrari 250 GT che qui di seguito vediamo in due immagini.

“Che vuol saperne di macchine lei che guida trattori” era stata la risposta di Enzo, che fece arrabbiare Ferruccio spingendolo a costruire auto sportive pure lui e, nelle sue intenzioni, migliori delle Ferrari. Ao posteri l’ardua sentenza.
Nel prossimo post la Ferrari 250 GTO, l’auto valutata oltre 35 milioni di euro…

ferrari_250_gto

What’s that?

Mi sono imbattuto in questi due orologi. Se per l’Eberhard non è difficile fare considerazioni per il secondo non essendoci impresso nessun logo ma solo la provenienza svizzera lascio aperte le ipotesi. L’unico indizio è che si trova in condizioni originali per le sue origini “parentali” e risale agli anni ’40.

Appia Regina Viarum…

Là dove nasceva la via Appia “regina viarum”, ovvero a Roma e più precisamente presso porta San Sebastiano, sono snocciolati a poche centinaia di metri gli uni dagli altri alcuni tra i più importanti siti archeologici della capitale. E’ impressionante  quanta storia sia racchiusa in così poco spazio. Il sepolcro degli Scipioni, Porta San Sebastiano, la tomba di Cecilia Metella e soprattutto il Circo di Massenzio. Quest’ultimo è incredibilmente ben conservato e rappresenta l’unico esempio del suo genere ancora perfettamente visibile a Roma. Tutti però conoscono il Circo Massimo, ne parlano film, gli innumerevoli concerti ed eventi che ospita ogni anno e naturalmente ne parla la storia. Un luogo mitico, quasi mitologico lei cui immagini sono rappresentate in numerosi mosaici sparsi per l’Italia. Per esempio In Sicilia presso la Villa di Piazza Armerina se ne ammirano alcuni grazie ai quali è stato possibile ricostruire importanti fasi delle corse e pergiunta alcuni aspetti della vita sugli spalti. Ma tornando al Circo di Massenzio, possiamo ammirarlo passeggiando sul primo tratto della Via Appia antica. Ci appare sulla sinistra seminascosto dal mausoleo di Romolo (figlio di Massenzio) e da un dosso che lo fiancheggia. Quasi non si avrebbe voglia di lasciare per un momento il percorso verso il lastricato antico dell’Appia per scendere quel lieve declivio. Ma non appena scesi, il circo ci appare in tutta la sua grandezza e restiamo senza fiato. E’ lì, è sempre stato lì e ti chiedi come mai hai atteso così tanto per vederlo. Lo sguardo invade il circo dalla curva dei “carceres”, le scuderie dove si preparavano  i carri e cocchieri, poi prosegue verso la lunga “spina” che delimitava il centro della pista e in fondo si vede ancora la curva con l’arco trionfale. Sei ancora lì impalato ad ammirare questa maestosa scena che quasi cominci a sentire le grida della folla, quando qualcuno tirandoti per la maglia ti ricorda che il cammino deve continuare ed è ancora lungo. Non vorresti mai lasciare quel luogo ma il tempo fugge inesorabile e devi proseguire, ma tornerai ancora e ancora…

Il tempo e il relax…

Tempus fugit… Sappiamo bene cosa intendeva Virgilio ma sappiamo anche che spenderlo al meglio è da sempre la nostra missione. Perché non trascorrerlo immersi nella natura in completo relax? Vicino Roma abbiamo scoperto quest’oasi di pace che nel suo clima così anticonformista ti avvolge facendoti dimenticare il tempo. Si può trascorrere una giornata consumando un brunch e rilassandosi in mezzo al verde o in piscina. Oppure si può passare un week end in una delle originalissime stanze a tema, fare delle escursioni e al ritorno abbandonarsi ai trattamenti nella spa. Il tempo non fugge in questa oasi, il tempo è fermo e ti attende.

http://www.ille-roif.it/ita/index.html

 

Roger Federer & Rolex

Parlando di Roger Federer un appassionato di Tennis non può che pensare alla perfezione, a qualcosa che esiste in piena armonia con ciò che la circonda. Il suo gesto fluido, la precisione, la grazia, il suo essere “smooth” lo hanno fatto entrare nella legenda di questo sport, tra gli immortali. Con il suo maturare, Roger ha 32 anni, il suo stile si è addirittura raffinato, ha acquisito valore e bellezza con il tempo. Come il buon vino o come un bell’orologio. Da tempo Roger è sinonimo di qualità e non sono pochi gli sponsor che lo hanno voluto come uomo immagine. Sono ricorsi a lui Nike, Mercedes, Credit Swiss, Moet & Chandon nonché naturalmente Rolex. La collaborazione tra l’azienda leader di orologi da polso ed il campione svizzero dura ormai da anni e si associa facilmente a questo connubio un altro marchio sinonimo di eccellenza: Wimbledon. Da moltissimi anni il centrale del “tempio del Tennis” si veste soltanto di verde e rinuncia alle generose offerte degli sponsor per aggiungere solo un nome sul suo abito: Rolex. Da quando si ha memoria del centrale ognuno di noi ha visto quel marchio impresso sul tabellone del centrale. Quasi fosse il marchio del centrale stesso, un messaggio silenzioso ma preciso, definitivo. Ricordo che da ragazzino osservando il tabellone mi chiedevo cosa fosse quel nome e perché era l’unico messaggio scritto su quel manto verde che avvolgeva tutto. Oggi come allora quel nome è lì a ricordarci che le cose fatte bene durano, le cose belle si ricordano e le tradizioni resistono al tempo. Roger Federer, Rolex e Wimbledon oggi sono un tutt’uno a rappresentare questo concetto ed ogni anno, tra giugno e luglio ne abbiamo la dimostrazione.

 

Steve McQueen & Rolex

Sono stato un fan di Steve McQueen fin da quando lo vidi per la prima volta nei suoi avventurosi film degli anni ’70. Sempre a dividersi tra le corse scapicollate in moto o in macchina e delle splendide ragazze. Aveva ragione a dire “non so se sono un pilota che fa anche l’attore o un attore che fa anche il pilota”. Quando è morto ho sentito un tuffo al cuore, come se fosse mancato un parente, un vecchio amico di famiglia, il tipo che arriva sempre all’improvviso a bordo del suo bolide e che illumina la casa con i suoi racconti coinvolgendo tutti. Un personaggio strano con uno sguardo malinconico che non potevi non notare e mentre eri lì a capire se era anche un bravo attore, ti aveva già conquistato. Al suo polso non potevano mancare orologi che hanno lasciato il segno che come lui hanno segnato il tempo, un epoca e hanno scritto la storia: il Rolex Explorer II R.1655 e il Submariner R.5512.