Là dove nasceva la via Appia “regina viarum”, ovvero a Roma e più precisamente presso porta San Sebastiano, sono snocciolati a poche centinaia di metri gli uni dagli altri alcuni tra i più importanti siti archeologici della capitale. E’ impressionante quanta storia sia racchiusa in così poco spazio. Il sepolcro degli Scipioni, Porta San Sebastiano, la tomba di Cecilia Metella e soprattutto il Circo di Massenzio. Quest’ultimo è incredibilmente ben conservato e rappresenta l’unico esempio del suo genere ancora perfettamente visibile a Roma. Tutti però conoscono il Circo Massimo, ne parlano film, gli innumerevoli concerti ed eventi che ospita ogni anno e naturalmente ne parla la storia. Un luogo mitico, quasi mitologico lei cui immagini sono rappresentate in numerosi mosaici sparsi per l’Italia. Per esempio In Sicilia presso la Villa di Piazza Armerina se ne ammirano alcuni grazie ai quali è stato possibile ricostruire importanti fasi delle corse e pergiunta alcuni aspetti della vita sugli spalti. Ma tornando al Circo di Massenzio, possiamo ammirarlo passeggiando sul primo tratto della Via Appia antica. Ci appare sulla sinistra seminascosto dal mausoleo di Romolo (figlio di Massenzio) e da un dosso che lo fiancheggia. Quasi non si avrebbe voglia di lasciare per un momento il percorso verso il lastricato antico dell’Appia per scendere quel lieve declivio. Ma non appena scesi, il circo ci appare in tutta la sua grandezza e restiamo senza fiato. E’ lì, è sempre stato lì e ti chiedi come mai hai atteso così tanto per vederlo. Lo sguardo invade il circo dalla curva dei “carceres”, le scuderie dove si preparavano i carri e cocchieri, poi prosegue verso la lunga “spina” che delimitava il centro della pista e in fondo si vede ancora la curva con l’arco trionfale. Sei ancora lì impalato ad ammirare questa maestosa scena che quasi cominci a sentire le grida della folla, quando qualcuno tirandoti per la maglia ti ricorda che il cammino deve continuare ed è ancora lungo. Non vorresti mai lasciare quel luogo ma il tempo fugge inesorabile e devi proseguire, ma tornerai ancora e ancora…