Non è facile che questo pezzo di storia orologiera passi inosservato. Il suo disegno sportivo, questa aria molto “sixties” che richiama alle missioni spaziali, il fondello così asimmetrico con quei due “pannelli” rotondi per l’alloggio della batteria e per la regolazione del tempo che sembrano due portelli di un modulo Apollo… Chi non è indifferente ad oggetti con un forte richiamo storico, veri e propri testimoni del tempo, non può non essere affascinato da un orologio del genere.
L’orologio sonico basa il suo funzionamento sull’oscillazione di un diapason, controllato da un circuito elettronico. Questa tecnologia, fase intermedia tra gli orologi meccanici e quelli al quarzo, è stata impiegata nell’orologeria di alta gamma tra il 1960 ed il 1977. L’invenzione si deve all’ingegnere elettronico svizzero Max Hetzel ma l’idea risale addirittura a cent’anni prima quando Breguet tentò di applicarla senza successo ad un orologio meccanico.
Dopo una prima fase sperimentale, la produzione commerciale del Bulova Accutron iniziò verso la fine del 1960. All’epoca l’Accutron (accuracy through electronics) rappresentava l’orologio da polso più preciso mai costruito. Nell’Accutron la batteria funge da motore sostituendo la molla e il diapason svolge il lavoro di oscillatore svolto fino ad allora dal bilanciere. La scelta di impiegare un diapason al posto del bilanciere, permette di aumentare la frequenza dell’oscillazione da 5-10 Hz a 300-720 Hz. Più alta è la frequenza, maggiore è la precisione raggiungibile.
Il Bulova Accutron ha una frequenza di oscillazione di 360 Hertz ma la caratteristica principale di questo tipo di orologi è di emettere una nota udibile, da qui il nome di orologio sonico.
Un’altra caratteristica è la rotazione continua della lancetta dei secondi. Mentre in un orologio al quarzo questa scatta ogni secondo, negli orologi meccanici essa sembra girare in continuo ma in realtà procede per scatti ad ogni alternanza del bilanciere, circa 5 per secondo. Negli orologi a diapason il moto è praticamente uniforme poiché la lancetta si muove alla velocità della ruota, cioè 300-320 volte al secondo.
L’Accutron impiegava una batteria ad ossido di mercurio da 1.35 V ora non più prodotta. Oggi in commercio si possono reperire batterie compatibili al nitrato d’argento ma da 1.55 V. Questo però crea un inconveniente e cioè un difetto di marcia che produce un avanzamento rapido del tempo quantificabile in circa 3/4 minuti al giorno. La soluzione alla problematica oggi è condivisa tra l’acquisto di particolari batterie a bassa tensione o all’effettuazione di una modifica elettronica sul movimento.
Il cuore del meccanismo ad ingranaggi è la ruota dentata che converte in un movimento circolare la vibrazione del diapason. Questa costituisce ancora, ad oltre 60 anni dalla sua invenzione, il pezzo meccanico più raffinato e della più alta precisione mai ospitato in un orologio. La ruota ha un diametro di 2,4 mm e 320 denti profondi 10 micron, visibili solo al microscopio.
Verso la fine degli anni ’60 frutto di nuove ricerche entrarono in funzione due prototipi di orologi con un nuovo oscillatore a 8192 Hz: un cristallo di quarzo. Nel Natale 1969 Seiko battendo tutti sul tempo lanciava a Tokyo il primo orologio da polso al quarzo col nome di Seiko 35 SQ Astron, vantando un’accuratezza di 5 s/mese, dodici volte più preciso di un orologio a diapason.
L’avvento dei primi orologi al quarzo, con l’inizio del 1970, rese la tecnologia al diapason costosa ed obsoleta. La quartz revolution a quadrante digitale annientò l’orologeria tradizionale. Alcune aziende fallirono, altre sopravvissero a stento, dedicandosi a percorsi alternativi ma in ogni caso anche questa ennesima rivoluzione tecnologica si esaurì e gli anni d’oro dell’orologeria elettronica terminarono con il 1977. L’Accutron resterà cosi nella storia per essersi conquistato il suo primato di orologio pioniere dell’era elettronica.
Da notare che:
In ogni Accutron ci sono 160 metri di filo di rame isolato; è stato il primo orologio senza molla né bilanciere; è stato usato come segnatempo del satellite Vanguard 1 nel 1958 in orbita da oltre 50 anni; fu adottato dalle ferrovie di molti paesi come segnatempo ufficiale; è stato usato nelle missioni spaziali Apollo come orologio di bordo; negli orologi a diapason è contentuto l’ingranaggio più sofisticato mai realizzato nella storia dell’orologeria.
Meridianae.com – Manuel Galvez & Andrea Foffi
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