Non è certo frequente che girando per la periferia romana si possa capitare in un posto del genere. Un posto del genere in realtà non è facile trovarlo neanche dentro Roma o fuori… Insomma non è facile trovarlo e basta.
Tra i vicoli di un quartiere lungo la Via Ostiense al di fuori delle mura della capitale ci si può imbattere in un posto come questo. Una palazzina che al primo sguardo sembra non aver niente di particolare ma poi mettendo bene a fuoco avvicinandoci un pò, strani oggetti emergono dalle vetrine al piano terra attraendoci irresistibilmente verso l’interno. Mezzi busti, pale d’aereo, pompe di benzina, iguana imbalsamati e più si cerca di capire più veniamo circondati da migliaia di oggetti di ogni sorta e natura, un abbraccio folle nell’immensa raccolta di un collezionista da Guinness dei Primati.
Questa infinita collezione si snoda copiosa attraverso due piani della palazzina trasportando il visitatore in un viaggio nel tempo e nella fantasia. Una specie di esperienza in stile Alice nel paese delle meraviglie. Oggetti assurdi, gli uni accanto agli altri, uniti da colui che da tempo immemore li “adotta” formando cosi una popolazione universale, un microcosmo di specie diverse; una comunità forte della sua unione che lancia un messaggio subliminale di unità tra la gente, di condivisione di costumi e di orientamenti spirituali. Anche quest’ultimo argomento è trattato in un angolo del “museo“, quello dell’occulto…
Vecchi Flipper, burattini, anche un’automobile d’epoca ci appare dietro una stanza piena di elmetti sul soffitto; e lì accanto una stanza o meglio un laboratorio dedicato forse (poiché ogni anfratto di questo posto ti lascia dentro sempre il dubbio…) al restauro. Un laboratorio artigiano che tutti vorremmo avere nel garage di casa. Alle pareti negli scaffali lignei un’infinità di strumenti che fanno la gioia di chi ama il lavoro manuale. Una raccolta immensa cui non si riesce a dare uno schema tanto è diffusa.
Immancabile il Jukebox che attende solo una monetina per suonare, anch’esso fermo nel suo tempo a fissarci immobile come a dire: chi tra noi vive il tempo sbagliato? Chi si trova veramente fuori posto?
Alla fine di questo viaggio emozionale all’osservatore sorge sempre un interrogativo; e questa domanda, legata alle sensazioni fuori dal comune che un posto come questo suscita senza ombra di dubbio, nasce a chiunque lo visiti. E una qualche risposta la si trova qua e là scritta sugli oggetti, come un appunto, una riflessione che il creatore di questo posto lascia sui suoi oggetti nel tentativo di colmare questa esigenza. Pensieri cui non dobbiamo dare una precisa interpretazione ma possiamo archiviare come facenti parte del massaggio generale che un luogo come questo indubbiamente ci trasmette.
A leggerli anzi sembra che l’autore voglia esorcizzare il trascorrere del tempo lasciandosi alle spalle tutto ciò che gli ricorda il passato; come nella frase “…altri perdono i vantaggi del progresso…” oppure “Avere paura dei cambiamenti è contro la natura dell’uomo”. Ma al contrario, tutto quello che vediamo e proviamo ineluttabilmente ci riporta al passato, alla nostra vita, ai nostri ricordi e come si sa ogni ricordo brilla sempre più nel nostro cuore man mano che il suo tempo si allontana.
Chi volesse visitare il museo può recarsi qui.
PS Nulla di ciò che si osserva è in vendita…