Ferrari 250 GT Berlinetta, birth of a myth

Ferrari 250 GT Berlinetta
Ferrari 250 GT Berlinetta

La “berlinetta” definisce un’auto priva dei posti posteriori o dotata di piccoli sedili di fortuna. Di solito definisce una vettura sportiva ma allo stesso tempo utilizzabile su strada, in ogni caso una vettura ad alte prestazioni. Presentata a Parigi nell’ottobre 1959, la Ferrari 250 GT Berlinetta passo corto sintetizzò in sé la vera road racer. Con poche modifiche (candele più fredde, pneumatici da gara, roll-bar), la vettura era pronta a sfidare chiunque nella sua categoria.

Disegnata da Pininfarina e costruita in collaborazione con Scaglietti, è stata carrozzata in alluminio per la prima serie, anche se in seguito questo materiale è stato usato solo per le versioni da corsa. Con numerose vittorie al suo attivo, rimane una delle Ferrari più amate di sempre. La versione 1960 della 250 GT Berlinetta è stata progettata da Pininfarina e costruita alla Scaglietti di Modena. Le denominazioni “Passo Lungo” per l’interasse 2600 mm e “Passo Corto” per l’interasse 2400 mm, sono stati successivamente adottate per distinguere le due serie. Si trattava della prima Ferrari ad essere equipaggiata con freni a disco di serie.

Le versione da competizione comprendeva la carrozzeria in alluminio, gli interni alleggeriti ed il motore più potente. La versione “Lusso”, aveva di solito la carrozzeria in acciaio con le porte ed i cofani in alluminio. Nel 1961 le vetture “competizione” furono ulteriormente alleggerite e dotate di un propulsore ancora più potente. Lo scopo di questi cambiamenti era la sfida lanciata dalla Jaguar “E” Type.

Il motore, progettato da Gioachino Colombo era un V12 con singolo albero a camme in testa per bancata di cilindri, cilindrata 2953cc, alesaggio e corsa 73mm x 58,8 con lubrificazione a carter umido. Le candele d’accensione erano site all’esterno della “V” formata dalle bancate, era presente una batteria di tre carburatori doppio corpo Weber 38 DCN o 40 DCL/6. Dotato du due e bobine e due spinterogeni posteriori, il motore erogava da 220 a 280 CV secondo la configurazione.Il cambio è a quattro velocità più retromarcia.

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Motore Ferrari GT 250 Berlinetta

Il progetto di base cambiò pochissimo durante i tre anni di produzione, dal 1960 al 1962. Tuttavia, ci furono un certo numero di differenze nei dettagli che permettono di identificare il periodo di produzione relativo ad una specifica vettura.Nelle competizioni le berlinette trionfarono al Tour de France dal 1960 al 1962, al Tourist Trophy a Goodwood nel 1960 e nel 1961, a Le Mans nel 1960 e 1961 e nella 1000 Km del Nuerburgring del 1961 e 1962. Questi sono solo alcuni dei successi conquistati in un periodo in cui la GT250 dominava la sua categoria.

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The “berlinetta” defines a car without rear seats or just little seats. Usually defines a sport car but at the same time used on the road, in each case a high performance car.

Presented in Paris in October, 1959, the Ferrari 250 GT Berlinetta passo corto synthesized a road racer. With a few modifications (candles colder, race tires, roll-bar), the car was ready to challenge anyone in its category.

Designed by Pininfarina and built in collaboration with Scaglietti was bodywork in aluminum for the first series, even if later this material has been used only for racing versions. With several victories to his credit, remains one of the most popular Ferrari ever.

The 1960 version of the 250 GT Berlinetta has been designed by Pininfarina and built by Scaglietti in Modena.
The designations “Passo Lungo” for the wheelbase 2600 mm and “Passo Corto” to the wheelbase of 2400 mm, were subsequently taken to distinguish between the two series. It was the first Ferrari to be fitted with disc brakes in the stock production.

The competition version included the aluminum bodywork, the interior lighter and more powerful engine. The ‘lusso’ version, has usually steel body with aluminum doors and bonnets.
For the 1961 season were further lightened and fitted with a more powerful engine. The purpose of these changes was the challenge of the Jaguar “E” Type.

The engine was designed by Gioachino Colombo V12 with a single overhead camshaft per bank of cylinders, displacement 2953cc, bore and stroke 58.8 x 73mm with wet sump lubrication. The spark plugs were situated outside of the “V” formed by the cylinder banks, there was a bank of three twin-choke Weber 38 DCN carburettors or 40 DCL / 6. The engine power was 220 to 280 hp. Four gear shift plus reverse.

The basic design changed not so mutch during the three years of production, from 1960 to 1962, however, there were a number of differences in the details that allow us to identify the period of production relative to a specific vehicle.

In competitions berlinetta triumphed at the Tour de France from 1960 to 1962, the Tourist Trophy at Goodwood in 1960 and in 1961, at Le Mans in 1960 and 1961, in the 1000 km of Nurburgring in 1961 and 1962. These are just some of the successes won in a period in which the GT250 ruled its class.

La Ferrari Dino 308 GT4

La Dino 308 GT4 fu presentata al Salone di Parigi del 1973: era un modello 2+2 che andava a completare la gamma Dino, dove erano già presenti le due posti 206, 246 GT e GTS. Ai modelli 308 GT4 furono dati numeri di telaio pari, tipici delle Dino. Questa caratteristica rimase anche quando la produzione proseguì con la vera evoluzione delle 246 GT/GTS: la 308 GTB/GTS.

Prodotta per sette anni, fino al 1980, fu sostituita dal modello Mondial 8. Come per la Dino 246, i numeri della sigla si riferivano alla cilindrata totale del propulsore ed al numero dei cilindri, in questo caso tre litri e otto cilindri, mentre il “quattro” riguardava il numero dei posti disponibili. Fu il primo modello 2+2 a motore centrale e la prima vettura stradale di serie con motore V8.

Nel 1975 fu lanciato un modello riservato al mercato italiano: la 208 GT4, dotata di motore V8 da due litri a causa delle rigide norme fiscali italiane. Fu realizzata anche una versione per il mercato americano, distinguibile dai paraurti conformi alle norme USA e dalle luci laterali presenti sui parafanghi anteriori e posteriori.Stranamente le linee di questa macchina furono realizzate da Bertone e non da Pininfarina. Quando nel 1974 i modelli 246 GT/GTS uscirono di produzione, la Dino 308 GT4 fu l’unico modello rimasto nella gamma Dino. Furono realizzati un totale di 2826 esemplari di 308 GT4 e 840 di 208.

Nel design si potevano notare dei piacevoli dettagli come le prese d’aria a forma di boomerang sui montanti posteriori che delimitavano i finestrini. La linea generale era molto tesa e ben equilibrata.

Il motore V8 aveva una configurazione a 90 gradi, con doppi alberi a camme in testa per bancata comandati da una cinghia. La cilindrata totale era di 2926cc. La potenza dichiarata variava dai 255 cavalli delle prime vetture destinate al mercato europeo ai 205 cv delle macchine vendute negli Stati Uniti e dotate di convertitore catalitico. La versione da due litri riservata al mercato italiano aveva una potenza dichiarata di 180 cv.