Ferrari 365 GTB4 “Daytona”. I suoi primi 40 anni

“E’ un purosangue duro, muscoloso, la Daytona.  E’ la perfetta estensione del suo conducente. Venderesti l’anima per lei…”. Car & Driver, Gennaio 1970.

Ogni Ferrari è, in misura maggiore o minore, un ‘punto di riferimento’, ma pochi modelli stradali di Maranello hanno catturato l’immaginazione dei ferraristi come la 365GTB4. Il nome ‘Daytona’ era ufficioso, conferito dalla stampa in onore della schiacciante vittoria della Ferrari in quella corsa nel 1967.

Rispondendo alla sfida di Lamborghini, Ferrari ha introdotto il suo primo motore V12 stradale con quattro alberi a camme in testa sula 275GTB4

e lo ha mantenuto per la Daytona. Il motore di quest’ultima però è stato notevolmente ampliato fino a 4400 cc in parte per compensare un aumento del peso della Daytona, ma soprattutto per garantire prestazioni in grado di battere la Miura. 

LamborghiniMiura

Uno degli innumerevoli capolavori di Pininfarina, una combinazione tra eleganza e aggressività, la prima Daytona aveva una caratteristica insolita: un pannello trasparente in plexiglass a tutta larghezza che copriva i fari, sostituito poi da luci pop-up ad azionamento elettrico verso la fine del 1970. Al momento della sua introduzione nel 1968, la Daytona è stata la produzione di serie più costosa mai realizzata dalla Ferrari e, con una velocità massima di oltre 270 km/h, anche l’auto di produzione più veloce al mondo. Le consegne sono iniziate nella seconda metà del 1969 e le Daytona sarebbero state realizzate per soli quattro anni. Solo nel 1992 con l’arrivo della 456GT la Ferrari avrebbe costruito qualcosa di simile (ma sicuramente non paragonabile alla Daytona).

Ferrari-456-GT-2

Oggi, circa 40 anni dopo che l’ultima Daytona ha lasciato la fabbrica a Maranello, la maggior parte degli esemplari sono passati per le mani di diversi proprietari. La vettura in questione però, che ha percorso 84299 km, è uno delle poche rimaste ancora con il proprietario originale. Con il telaio ‘17607 ‘ è uno degli ultimi esemplari prodotti. Indossa l’insolita combinazione nero/interni rossi, invertendo la combinazione rossa/interni neri che veste tante Daytona. Aria condizionata di serie.

Venduta all’inizio del 1974. Questo modello racconta una storia curiosa. Intorno al 1976 il proprietario decide che per una volta non serve mandare la Ferrari a fare il tagliando alla casa madre, ma si affida a un importatore Mercedes che si occupa solitamente di auto aziendali. Ciò si rivela un errore fatale e a seguito di una rettifica errata alla distribuzione, il motore subisce gravi danni al punto che dovrà essere sostituito a costi astronomici. Pochi anni dopo viene sostituito anche il cambio. Ciò non toglie che oggi l’esemplare è in ottimo stato e pronto ad abbracciare un nuovo (ricco) proprietario.

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“It ‘a thoroughbred hard, muscled, the Daytona. E’ the perfect extension of his driver.’d Sell my soul for you …”. Car & Driver, January 1970.

Every Ferrari is, to a greater or lesser extent, a ‘point of reference’, but few road cars from Maranello have captured the imagination of the Ferrari as the 365GTB4. The name ‘Daytona’ was unofficial, conferred by the press in honor of Ferrari’s landslide victory in that race in 1967.

 

Responding to the challenge of Lamborghini, Ferrari introduced its first engine V12 road with four camshafts in the head sula 275GTB4

and maintained for the Daytona. The engine of the latter, however, has been greatly expanded to 4400 cc in part to compensate for an increase in the weight of the Daytona, but especially to ensure performance to beat the Miura.

One of the many masterpieces of Pininfarina, a combination of elegance and aggression, the first Daytona had an unusual feature: a transparent Plexiglas panel that covered the whole width of the headlights, then replaced by lights electrically operated pop-up towards the end of 1970 . upon its introduction in 1968, the Daytona was the most expensive series production ever made by Ferrari, and with a top speed of over 270 km / h, also the fastest production car in the world. Deliveries began in the second half of 1969 and the Daytona would have been made for only four years. Only in 1992 with the arrival of the Ferrari 456GT would build something similar (but definitely not comparable to the Daytona).

Today, some 40 years after the last Daytona left the factory in Maranello, most of the specimens have passed through the hands of several owners. The car in question, however, which has traveled 84299 km, it is one of the few remaining still with the original owner. With the chassis ‘17607’ is one of the last products. He wears the unusual combination black / red interior, reversing the combination red / Internal blacks who wears many Daytona. Air conditioning as standard.

This model sold at the beginning of 1974 tells a curious story. Around 1976, the owner decides that for once do not need to send the Ferrari to take the coupon to the parent company, but relies on a Mercedes importer that deals usually of company cars. This proves to be a fatal mistake and as a result of an adjustment to the wrong distribution, the engine suffers serious damage to the point that it must be replaced at astronomical costs. A few years later he also replaced the gearbox. This does not mean that today the specimen is in excellent condition and ready to embrace a new (rich) owner.

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La Ferrari Dino 308 GT4

La Dino 308 GT4 fu presentata al Salone di Parigi del 1973: era un modello 2+2 che andava a completare la gamma Dino, dove erano già presenti le due posti 206, 246 GT e GTS. Ai modelli 308 GT4 furono dati numeri di telaio pari, tipici delle Dino. Questa caratteristica rimase anche quando la produzione proseguì con la vera evoluzione delle 246 GT/GTS: la 308 GTB/GTS.

Prodotta per sette anni, fino al 1980, fu sostituita dal modello Mondial 8. Come per la Dino 246, i numeri della sigla si riferivano alla cilindrata totale del propulsore ed al numero dei cilindri, in questo caso tre litri e otto cilindri, mentre il “quattro” riguardava il numero dei posti disponibili. Fu il primo modello 2+2 a motore centrale e la prima vettura stradale di serie con motore V8.

Nel 1975 fu lanciato un modello riservato al mercato italiano: la 208 GT4, dotata di motore V8 da due litri a causa delle rigide norme fiscali italiane. Fu realizzata anche una versione per il mercato americano, distinguibile dai paraurti conformi alle norme USA e dalle luci laterali presenti sui parafanghi anteriori e posteriori.Stranamente le linee di questa macchina furono realizzate da Bertone e non da Pininfarina. Quando nel 1974 i modelli 246 GT/GTS uscirono di produzione, la Dino 308 GT4 fu l’unico modello rimasto nella gamma Dino. Furono realizzati un totale di 2826 esemplari di 308 GT4 e 840 di 208.

Nel design si potevano notare dei piacevoli dettagli come le prese d’aria a forma di boomerang sui montanti posteriori che delimitavano i finestrini. La linea generale era molto tesa e ben equilibrata.

Il motore V8 aveva una configurazione a 90 gradi, con doppi alberi a camme in testa per bancata comandati da una cinghia. La cilindrata totale era di 2926cc. La potenza dichiarata variava dai 255 cavalli delle prime vetture destinate al mercato europeo ai 205 cv delle macchine vendute negli Stati Uniti e dotate di convertitore catalitico. La versione da due litri riservata al mercato italiano aveva una potenza dichiarata di 180 cv.

What’s that?

Mi sono imbattuto in questi due orologi. Se per l’Eberhard non è difficile fare considerazioni per il secondo non essendoci impresso nessun logo ma solo la provenienza svizzera lascio aperte le ipotesi. L’unico indizio è che si trova in condizioni originali per le sue origini “parentali” e risale agli anni ’40.